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Alfonsín, Raúl.

Uomo politico argentino. Laureato in Legge, militò fin da giovane nel Partito dell'Unión Cívica Radical (UCR), per il quale fu deputato regionale e poi federale (1963-66), e in seno al quale fondò nel 1972 una corrente, Movimiento de Renovación y Cambio, che ne rappresentava l'ala progressista. Nel 1983, dopo sette anni e mezzo di dittatura militare in Argentina, in seguito alla sconfitta nella guerra delle Falkland-Malvine e a una gravissima crisi economico-sociale, fu eletto presidente della Repubblica (il primo eletto democraticamente). Sulla candidatura a presidente vi fu una convergenza di tutti gli antimilitaristi e antiperonisti, tanto da imporne l'elezione con il 52% dei voti. Con la revoca della legge di "autoamnistia", che era stata promulgata dai militari in favore dei colpevoli di crimini per la repressione dei movimenti cosiddetti sovversivi, e l'istituzione di una commissione di inchiesta sui desaparecidos, A. iniziò il suo mandato, durante il quale si impegnò a una riforma democratica del sindacato e a una politica di austerità per sanare il deficit economico. Tuttavia non riuscì a raggiungere i suoi obiettivi e la sua presidenza lasciò il Paese in una situazione economica e politica estremamente critica e tesa. A. si dimise nel 1989, in anticipo sulla scadenza naturale del suo mandato. Candidato dal cartello dei progressisti nel 1995, fu sconfitto da Menem. Si ritirò quindi dalla vita politica (n. Chascomús, Buenos Aires 1927).